mercoledì 16 dicembre 2015

Gli Ateniesi e gli stranieri colà residenti non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare

Gli Ateniesi e gli stranieri colà residenti non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare AVVERTENZA ALLE AMICHE E AMICI DI FACEBOOK DEL 17/11/2015 Leone Montagnini 17 novembre alle ore 21:19 Avevo riportato nella notte tra 13 e 14 novembre ogni notizia e commento riguardante i fatti di Parigi, prendendoli dalla Home di queste pagine FB, cioè post scritti da Voi, postandoli sul mio Diario. Mi sembrava importante descrivere le emozioni senza nessuna scelta, accettando anche post poco riguardosi o addirittura anti-islamici, dunque razzisti, e contrari alle regole che mi sono dato per chi vuole essere mio amico. Ma per me, e spero per voi tutti, quella carrellata credo sia stata istruttiva. Ho appreso delle cose non banali quella notte, ma ne parlerò un'altra volta. Ora, il nostro cervello è limitato: lo psicologo e linguista George A. Miller scrisse nel 1956 un articolo dal titolo "The Magical Number Seven, Plus or Minus Two: Some Limits on Our Capacity for Processing Information". Spiegava che noi non riusciamo a trattere più di 7 più 2 o me 2 informazioni alla volta; cioè dalle 5 alle 9 informazioni alla volta. Per questo, per esempio, spezziamo i numeri del telefono. Confesso che addirittura quando sono stanco mi fermo a 3. In generale, si può dire, che noi riusciamo a processare una quantità piccola di informazioni. Così troppe informazioni ci saturano. Perciò ho tagliato dal mio diario molti post anche di amici cari, ed anche uno mio, lasciandone alcuni, con l'accortezza che fossero belli, cortesi, gentili, non schiacciati sull'ovvio, non succubi della propaganda, non discriminatori o razzisti, intelligenti e innanzitutto non centrati tutti sui fatti francesi, che rischiano di riempire la nostra testa, non facendoci pensare più a nulla, mentre Holland va a bombardare Raqqa, città di oltre 200 mila persone, che è stata eletta capitale del califfato dall'ISIS, ma i cui i poveri abitanti sono solo vittime dell'ISIS e chi li controlla ed ora anche dei francesi, decisi a dimostrare la "grandeur" che ebbero un tempo, fino a Charles de Gaulle, geloso anche dell'autonomia del suo Stato. Ho detto tante volte che il mio desiderio è che queste pagine siano come un simposio platonico. Molti anni dopo, intorno al 40-50 d.C. - Platone era morto 400 anni prima e la Grecia ormai ridotta a provincia romana - Atene continuava a coltivare la filosofia, suo unico vanto ormai. Gli Atti degli Apostoli ci raccontano che "Tutti gli Ateniesi infatti e gli stranieri colà residenti, non avevano passatempo più gradito che parlare e sentir parlare" (Atti 17, 21). Anche Paolo di Tarso, da convertitosi a Damasco, andò nella piazza di Atene dove principalmente ci si riuniva per dialogare, l'Areopago e vi annunciò il Vangelo cristiano. Per motivi che qui tralascio fu ascoltato finché non cominciò a parlare di resurrezione e gli dissero "su questo ti sentiremo un'altra volta". Spero che queste pagine divengano una sorta di Atene magari ancor più tollerante di quella di allora. Leone Montagnini

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